Moricone e i suoi antichi Statuti | di Sergio Leondi
Presentazione a cura di Silvano Cupelli, Presidente dell'Università Agraria di Moricone
Molti ricorderanno che nel 2009, in occasione della ricorrenza del 100° anniversario della istituzione dell'Università Agraria di Moricone, questo Ente realizzò numerose iniziative e manifestazioni per ricordare lo storico evento.
Nel 2015, seguendo il percorso intrapreso, decise di sostenere l'edizione del libro "Pietra su pietra", con la collaborazione volontaria e gratuita dell'egregio amico, Professor Sergio Leondi, divenuto ormai nostro concittadino di adozione ed emerito studioso della nostra storia, donandone poi una copia a tutti gli Utenti in occasione della cerimonia di presentazione del volume. Successivamente, nel 2016, l'Ente ha collaborato attivamente al compimento dell'impianto museale realizzato dal Parco dei Monti Lucretili sul tema del "Paesaggio Agrario dell'Ulivo" negli ambienti della "Chiesa Vecchia", mettendo a disposizione strumenti, attrezzi e conoscenze.
Questa volta l'Università Agraria, prendendo spunto dal 110° anniversario della sua costituzione, ricordato il 7 febbraio 2019, ha proseguito il percorso storico e culturale, cogliendo un altro aspetto significativo della storia moriconese.
È stata, questa, un'occasione particolarmente importante, in quanto la ricorrenza si è quasi allineata ai tempi di approvazione del Nuovo Statuto, resosi necessario a seguito dell'emanazione della Legge 168 del 20/11/2017 'Norme in materia di Domini Collettivi", esecutiva il 12/12/2017, che ha radicalmente trasformato l'Ente avente oggi "personalità giuridica di diritto privato ed autonomia statutaria', con tutto ciò che ne consegue.
La Regione Lazio, come tutte le altre Regioni d'Italia, aveva ricevuto mandato, ai sensi dell'art. 3, c. 7, della L. 168/2017, di esercitare entro un anno le competenze ad essa attribuite dall'art. 3, c. I, lett. b), num. 1), 2), 3), 4) della Legge 31 gennaio 1994, n. 97. Essendo decorso inutilmente il citato termine, per il Consiglio di Amministrazione dell'Ente è risultata improcrastinabile la necessità di procedere alla stesura del nuovo Statuto, che è stato approvato dall'AssembIea degli Utenti nella seduta del 26 gennaio 2019, per dare attuazione all'art. 3, c. 7 della L. 168/2017.
In questo momento di trasformazione, dopo l'emanazione della citata Legge nazionale, nell'attesa del pronunciamento della Regione, abbiamo iniziato a ripercorrere le varie tappe della storia dell'Ente, prestando un'attenzione particolare a tutti gli Statuti che sono stati emanati nella storia del feudo di Moricone.
La lettura ci è parsa così interessante che abbiamo esposto all'amico, Professor Sergio Leondi, le evidenze emerse, trasmettendo anche a lui il nostro vivo entusiasmo, tanto da ipotizzare la redazione di un saggio che potesse riportare alla conoscenza dei Moriconesi le "Regole" che avevano governato il feudo dei Marchesi Palombara fin dal 1613. Dalla lettura delle pagine che seguono, magistralmente interpretate e spiegate dall'Autore, emergono molti aspetti significativi di quelle che dovevano essere la vita e l'attività che la Comunità conduceva nel feudo.
La Comunità, ormai liberatasi dall'oppressione feudale, era ancora sottoposta "al signore e padrone" e governata dal suo Vicario; ma poteva, a questo 7 punto, nominare i Massari, i Consiglieri ed altri "Officiali", rappresentanti l'intera Comunità che, di fatto, gestiva materialmente il territorio e le sue risorse. La rotazione delle coltivazioni, l'assegnazione dei terreni da coltivare, la cessione della "quarta" al Signore padrone era ormai gestita "in proprio" dalla Comunità, sia pure nell'assoluto rispetto dello Statuto, che comminava anche pene severe ai trasgressori.
Questa chiave di lettura ci conduce poi a quel Regolamento del 1909 - contenuto nella parte finale di questo saggio - di cui si dotò la Comunità, una volta divenuta Università Agraria e assunto il titolo di gestire, in modo totalmente autonomo ma collegiale, gli 800 ettari di terreno di dominio collettivo, 500 dei quali frazionati e assegnati agli utenti, e 300 quale bosco indiviso, che ancora oggi rappresentano il patrimonio dell'Ente e cioè degli Utenti.
Dai commenti positivi e dalle folte presenze riscontrate in occasione delle precedenti iniziative, durante le quali è risultato evidente il grande interesse dei Moriconesi di riscoprire le proprie origini, la storia, le tradizioni della cultura contadina, possiamo sperare, come Consiglio di Amministrazione, che anche la presente nuova iniziativa potrà soddisfare questi desideri di conoscenza e approfondimento. Un grazie di cuore all'amico Sergio, che ancora una volta ha messo gratuitamente a nostra disposizione la sua chiarissima penna.